Tadeusz Sławek
Il mondo e la realtà. Sulla gioia come coesistenza
A cominciare dalla celebre ode Dejection di S.T. Coleridge, proviamo a definire il rapporto tra angoscia e gioia, anche nel contesto della pedagogia intesa come esercizio nell’arte della vita. La denuncia di Faust dell’eliminazione della gioia dall’insegnamento e dall’apprendimento mira chiaramente a un progetto sociale più ampio: una società di persone attive che valutano criticamente la realtà sociale e politica. “L’addestramento" che produce individui predisposti ad adattarsi passivamente e a riprodurre meccanicamente lo status quo, è una negazione di tale progetto. Non senza ragione Thomas Carlyle, cercando una parola che descrivesse la modernità, utilizzò l’aggettivo “meccanico" che si riferiva non solo ai macchinari della produzione industriale ma anche, e forse soprattutto, ai modi in cui gli individui dovevano funzionare nella società moderna. Pertanto, il saggio avanza la proposta secondo cui, la gioia potrebbe essere intesa come una razionalità inclusiva. Ciò porta ad accettare i diversi modi di fare “proprio" il mondo, a condizione che sia fatto in maniera “delicata". Tale delicatezza crea l’aura giusta per la gioia che deriva dalla pratica di stare con gli altri.
Łukasz Musiał
Può la gioia essere filosofica in letteratura quanto la malinconia? Alcune riflessioni preliminari
Può la gioia essere filosofica in letteratura quanto la malinconia? L’articolo ruota attorno a questa domanda. Nell’affrontare questa tematica l’autore del testo si sofferma in particolare sul XVIII secolo e sul romanzo I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe. La pubblicazione di questo romanzo e la sua ricezione possono essere considerati un punto di svolta nella storia della cosiddetta “alta letteratura", che da allora in poi tenderà generalmente a privilegiare la malinconia come esperienza esistenziale umana centrale e allo stesso tempo più filosofica.
Péter Pátrovics
La „linguistic worldview” della gioia nel Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi.
In this paper, the author seeks to reconstruct the linguistic worldview of ‘joy’ appearing in the Canticle of the Sun written by St. Francis of Assisi. During the reconstruction, it caused a special difficulty that the word ‘joy’ did not occur explicitly in the work under investigation, so the contents referring and related to it could only be examined indirectly. The need to place the Canticle in a broader context made it inevitable to outline the era and include certain biographical elements, and the complexity of the analysis required the application of linguistic-historical, textological, translational and theological aspects in addition to the literary ones during the investigation. The analysis of the work was carried out by including the original Italian version of the text and its English translation together, by exploring the psychological and theological deep layers of the poetic images used by St. Francis and by presenting the mythological content associated with them. During the investigation, the author of this paper came to the conclusion that the primary source of joy that fills St. Francis as he sings about creatures in his Canticle is actually not of this world, but transcendent.
Katarzyna Kuczyńska-Koschany
Le gioie di Rimbaud. Ricognizione
L’articolo è un tentativo di esplorazione iniziale del tema della gioia nella poesia di Rimbaud. Si tratta di una sorta di ricognizione di ricerca, riccamente intarsiata di brani tratti dalle opere di Arthur Rimbaud in originale e in traduzione. Si tratta di una prova trasversale di descrizione ermeneutica e assiologica della poesia dell’autore de Il battello ebbro, considerandone la chiave interpretativa nella forma dell’indicato motivo: la gioia.
L’autrice cerca di vedere l’area di penetrazione prescelta in una prospettiva più profonda, che consente un’analisi minuziosa, che sottopone questi dettagli ad un’elaborazione filologica, combinandoli ad immagini totalitarie e sintetiche.
Jacek Gutorow
La gioia di guardare. Sulle Ore italianedi Henry James
In questo breve articolo,Ore italiane (1909) di Henry James, viene interpretato come una serie di approfondimenti sulla fenomenologia della visione, trattando quest’ultima come apertura alla realtà circostante e allo stesso tempo come atto di autocoscienza.
La consapevolezza fenomenologica di James è plasmata da un senso di gioia, che risulta essere più che semplice ammirazione di panorami e scene bellissime: è in realtà la gioia di scoprire la freschezza e le novità del mondo.
Dariusz Czaja
Fiaba italiana. Passaggi gioiosi
La serie Immagini dell’Italia di Pavel Muratov, un illustre storico dell’arte russo e scrittore affermato, è stata pubblicata più di cento anni fa. Questo capolavoro sembra essere oggi molto conosciuto ed è comunemente considerato una sofisticatissima guida dell’arte e dell’architettura italiana. L’autore dell’articolo sottolinea che questo modo di concepire quest’opera leggendaria è una tipica forma di fraintendimento (misreading). Piuttosto, si concentra sui suoi valori cognitivi e letterari del capolavoro dello storico russo. Infine, viene rivelato il reale contenuto di Immagini dell’Italia secondo l’autore del testo: si tratta in realtà di una forma speciale della gaia scienza nietzscheana e, allo stesso tempo, una fonte ancora viva di gioia esistenziale.
Szymon Wróbel
Jacques Tati o la commedia moderna
Il testo è un tentativo di interpretare i film di Jacques Tati. L’oggetto principale dell’analisi nel saggio è il concetto di “umorismo" e “comicità". È presente anche una riflessione sulle origini della commedia, sui suoi meccanismi e sui suoi limiti. Confrontando le tecniche recitative di Charlie Chaplin, Buster Keaton, Peter Sellers e Jacques Tati, l’autore si propone di comprendere il complesso rapporto tra commedia e tragedia e le caratteristiche di quella che egli definisce “commedia moderna", in cui la nozione stessa di “modernità" viene ironizzata e ridicolizzata.
Leszek Koczanowicz
La gioia della politica
L’articolo affronta un problema che viene trascurato nella riflessione sulla politica, e cioè se quest’ultima o il fare politica, possano essere fonte di gioia. Vengono prese in considerazione varie posizioni sull’argomento, dagli scritti antichi ai giornali moderni o addirittura ai tabloid. Vengono mostrate le limitazioni a cui sono soggetti i politici attivi e le preoccupazioni che la loro vita privata può sollevare. Il secondo filo conduttore dell’articolo è la gioia di fare politica da parte di cittadini che non sono politici di professione. La partecipazione alla democrazia e alle procedure democratiche può essere per loro motivo di gioia? La tesi dell’articolo è che generalmente non è così, che le emozioni negative dominano in politica, anche in quella democratica. L’articolo si conclude con il postulato secondo cui per il buon funzionamento di una società democratica è necessario ripristinare la gioia di partecipare alla democrazia.
Bożena Shallcross
Anamnesi della gioia
Lo scopo del saggio è di presentare le sfumature dell’esperienza della gioia come esperienza condivisa e comunitaria che facilita i ritorni decrescenti (anamnesi) di questa emozione.
Incorniciato da esperienze estreme del passato, il testo intreccia il tema della perdita personale, evidenziato con frammenti di lettere private inviate all’autrice, sulla perdita della propria patria.
Tomasz Kamusella
La gioia di oltrepassare la linea oscura della scrittura.
The standard image of research as toil, method and the principle of objectivity appears sterile, mechanistic and devoid of human agency. But research to happen requires scholars, who are passionate about their subjects of investigation. ‘Doing research’ brings them physical pleasure, which pushes scholars beyond the formal boundaries set in a contract with a university or a grant-making institution. Pecuniary compensation is secondary and rarely adequate for compensating the effort and time expanded. The joy of discovery is the ultimate payback. The first stepping stone to research and then to other scriptaly differentiated fields of enquiry leads through the acquisition of the skill of reading (and often writing). Initially, it comes in the writing system of a person’s first language, but then other scripts tend to follow. This feat of mastering a script always frustrates before achieved, but eventually brings the joy of opening the door to another human world.
Francesco S. Perillo
Il Ciclo del Cossovo di Milan Rakić.
The essay examines one of the central themes of the work of Milan Rakić, one of the greatest exponents of Serbian Modernism: the cycle of compositions that focus on the history and current affairs of that region, which has always been disputed by Serbs and Albanians. These poems arise from Rakić’s personal experience in Kosovo, still subject to the Ottoman Empire, where he had been sent at the beginning of his diplomatic career. Of the seven poems in the cycle, five sing about the tragic destiny of that land, the cradle of Serbian religiosity; one, Na Gazi Mestanu, associates the taste for historical reenactments of Parnassi’s poetics with the passionate defense and proud exaltation of the Serbian people who in centuries-old relations with their homeland have drawn the stimulus for rebirth; the last, Legacy, the most evocative and vibrant, raises that indissoluble bond with the spiritual richness of the past as a reason for existential comfort. What the love of a woman had not been able to give to the poet is offered to him by the rediscovered communion with the historical consciousness of his own race.