La Redazione informa che è aperta la selezione dei testi per il prossimo numero della nostra rivista. È possibile inviare articoli scritti in polacco, in italiano o in inglese. Invitiamo cordialmente tutti gli Autori interessati a collaborare con la nostra rivista!
Mountain Studies
„Fabrica Litterarum Polono-Italica” 2025, no 1 (9)
Traversate
„Fabrica Litterarum Polono-Italica” 2025, no 2 (10)
Sebbene l’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche (IUGS) non identifichi l’Antropocene come un’epoca geologica legittima, da più di 20 anni questo termine pretende tale riconoscimento. Eppure, è appena spuntata una nuova etichetta, Entropocene che rappresenta: decadimento, estinzione e postmodernismo umano. Secondo i ricercatori empiristici, un simile gioco di parole (spesso frettolosamente coniato) non è un’affermazione troppo audace? Non dimostra la tendenza a generare “termini alla moda”, pratica volentieri intrapresa dagli umanisti contemporanei?
La bruta realtà richiede spesso di essere spiegata in termini rigorosi. Pertanto, prima di intraprendere la scrittura letteraria di una “biografia delle montagne”, è necessario analizzare la le scoperte delle scienze naturali. Quindi, un geomorfologo potrebbe discutere i processi di formazione delle rocce, un geologo potrebbe ricostruire gli eventi del passato, un glaciologo potrebbe presentare una ricerca sul movimento dei ghiacciai (e il loro ritmo geologico), un paleontologo potrebbe usare manufatti litici per raccontare storie di specie estinte e un meteorologo potrebbe prevedere i cambiamenti dei fenomeni atmosferici nelle regioni montuose. Gli altri scienziati (geochimici, biologi o oceanografi) dovrebbero condividere le loro scoperte sulle montagne, per far sì che i rappresentanti delle discipline umanistiche possano acquisire tale conoscenza e poi “darle vita” nel proprio campo: appunto, trasformarla in storie di fantasia o esperimenti narrativi.
Come possiamo definire la professione scientifica di un uomo di montagna?
L’idea di una professione praticata in solitaria (connotata dalla distanza, dal tempo necessario per svolgere la ricerca, dalla necessità di stare rintanati in strutture di ricerca remote, dalla mancanza o scarsità di collaboratori) è corretta? Dopotutto non conserva questa professione lo stile e le caratteristiche dei pionieri ottocenteschi ovvero quello di una figura che ricorda l’esploratore di luoghi sconosciuti, dello scopritore dell’ignoto?
Nonostante le sofisticate innovazioni tecnologiche d’oggigiorno, per tali ricercatori rimane immutata la necessità di accamparsi su montagne innevate e osservare da vicino l’oggetto di studio, anche a costo di arrancare per diversi chilometri attraverso le trappole della natura o addirittura rischiando la vita in nome della verità scientifica. Forse lo studioso delle montagne è davvero una delle ultime grandi professioni che conciliano una passione romantica per l’esplorazione del mondo con la rigidità paragonabile a quella dei discorsi matematici.
Siamo consapevoli che il prossimo numero di “Fabrica Litterarum Polono-Italica” raccoglierà soprattutto contributi di linguisti, letterati e studiosi di cultura. Siamo membri di una comunità che indaga il mondo riflesso nello specchio della scrittura; pertanto, non osiamo suggerire in maniera univoca cosa rappresentino i mountain studies. Vogliamo che ognuno di noi trovi un punto di incontro tra le discipline umanistiche e le scienze naturali, oppure intraprenda, con il proprio ritmo, passo e stile, un’escursione conoscitiva nel paesaggio montano.
Tenendo presente le aspirazioni olistiche del progetto che proponiamo, vorremmo chiedere:
– ai geografi, che misurano e delimitano lo spazio, creano mappe e proteggono l’ordine delle isobare, delle isoiete, delle isoaline, delle isoterme… Volete essere anche “geografi delle discipline umanistiche”, cartografi delle narrazioni montane?
– ai geologi e mineralogisti: ricordate ancora l’amore filomatico per la letteratura espresso dal vostro grande antenato, Ignacy Domeyko, l’esploratore polacco delle Ande cilene, un ricercatore che ha unito l’esigenza delle indagini scientifiche a quella di scrivere un diario spirituale, uno scienziato attento alla bellezza e alla potenza del significato letterario (cfr. la maestosa, poetica descrizione del famoso giacimento di rame e molibdeno, El Teniente)?
– ai glaciologi: vedete la possibilità di “tradurre” la vostra stessa disciplina incentrata sulle montagne di ghiaccio nel linguaggio di una storia che coinvolga lettori non esperti in materia? In altre parole, è ancora possibile essere al contempo ingegnere e poeta, seguendo le orme di Novalis, Arnim o Goethe? Serve oggi una nuova ermeneutica della montagna? Possono i nostri contemporanei (per ricordare il titolo di una significativa pubblicazione) “capire i ghiacciai”?
– ai fisici e chimici, che lodano il genio di Niels Bohr: ricordate che egli ha rotto molte impasse e trappole nel pensiero scientifico, sciando o leggendo poesie da solo su un sentiero di montagna?
– agli archeologi, siete in grado di svelarci (al di là dell’enumerazione catalografica) i misteri e le incertezze spirituali dei siti di montagna, delle scritture rupestri o del linguaggio ancestrale delle valli?
– agli alpinisti, perché così spesso lo sforzo dell’arrampicata, la fatica di condividere la corda e l’esperienza legata alla ricerca di nuove vie per raggiungere la vetta vengono inclusi nei resoconti sulla “spedizione” e diari di viaggio? Il racconto in forma scritta, una sorta di testimonianza narrativa, diventa per voi un’aggiunta indispensabile alla traversata affrontata? Oppure sono le montagne ad esigere il proprio Logos?
Certamente, qui potremmo enumerare i rappresentanti di quasi tutte le professioni e discipline scientifiche. Non è questo il nostro obiettivo. Per coloro i quali sono al passo con i risultati e le pubblicazioni di due istituzioni leader negli studi di montagna – Mountain Studies Institute, Silveerston, Colorado (Stati Uniti d’America) e Center for Mountain Studies University of the Highlands and Islands a Perth (Gran Bretagna) – sanno quanto spesso la ricerca sulle montagne, come disciplina, si espanda con difficoltà. Ci auguriamo che il tema proposto contribuisca allo sviluppo di progetti di ricerca in Polonia e in Italia, raccogliendo esperienze, unendo diverse comunità accademiche e mettendo in contatto gli scienziati interessati all’esplorazione del fenomeno delle montagne.
È possibile inviare le proprie proposte e l’abstract entro il 15 maggio 2023, mentre gli articoli pronti per la pubblicazione dovranno essere registrati sulla piattaforma Open Journal System dell’Università della Slesia di Katowice (https://www.journals.us.edu.pl/index.php/flit/login) entro il 15 settembre 2024.
Lunghezza consigliata del testo: fino a un massimo di 15 pagine (bibliografia inclusa). Gli articoli potranno essere presentati in polacco, italiano o inglese.
In caso di domande sulla procedura di invio, si prega di contattarci tramite l’indirizzo: fabricalitterarum@gmail.com oppure ad uno degli indirizzi email dei redattori della rivista: mariusz.jochemczyk@us.edu.pl, milosz.piotrowiak@us.edu.pl