Jakub Momro
Saturno ed Eros. La gioia come forma di conoscenza di sé
La conoscenza malinconica, personificata da figure come Walter Benjamin o Theodor W. Adorno, è un’estensione di questa tensione primaria nella strumentalizzazione della gioia come affetto autarchico (da un lato) e utopia nominalista e feticismo dell’immediatezza (dall’altro). Nell’articolo, alla “conoscenza malinconica” si accompagnano altri due tipi di gioia: l’etica del cuore di Kant, e la “conoscenza gioiosa” di Nietzsche, entrambe apparentemente fenomenologiche, raggiungono il confine della gioia come condizione di possibilità o impossibilità della vita e della conoscenza. In questo modo si può comprendere la tensione che radicalizza davvero la gioiosa modernità: tra Saturno ed Eros, tra critica epistemologica e fiaba.
Ewa Graczyk
Gioia e ribellione. A proposito di “Macierz" di Maria Rodziewiczówna
La scrittrice racconta la storia di un’eroina chiamata Pokotynka, che da prostituta disprezzata diventa una donna degna di fiducia, anche a livello sociale. Questo processo è sorprendente, perché è accompagnato da uno straordinario duello tra momenti di ribellione e gioia contro attimi di depressione e conformismo. L’evoluzione della protagonista è legata ai cambiamenti degli altri personaggi: suo padre e il suo amante, anch’egli con un passato oscuro. Vale la pena sottolineare l’importanza della natura nel testo di Rodziewiczówna: il suo approccio ad essa è sorprendentemente empatico e vicino a noi.
Agnieszka Jeżyk
Dentro e fuori il testo. “Poetica del piacere” nella poesia d’avanguardia polacca degli anni ‘20
“We are related to enjoyment as something which intimately belongs to us, to our corporal existence and inner vitality, yet is separated from and independent from us, and thus can be surprising, bewildering, burdensome, disgusting, overwhelming, terrifying, thrilling, conflicted, uncanny, uncontrollable (and sometimes even pleasurable)” – claims Aaron Schuster (2016: 44). According to the theorist, enjoyment can manifest as its opposite, especially in the context of its representations in literature. In this essay, I would like to look at avant-garde erotic poems from the interwar period that address the fascinating entanglement of the bodily and the textual. The metaphors of reading and writing, lyrical dialogue between some of the poems, metatextual reflections on the nature of erotic poetry, and the problem of embodiment are some of the strategies that Bruno Jasieński (Moja nieśmiertelność [My Immortality], Słowo o słowie [A Word about a Word], Na bis [An Encore]), Tadeusz Peiper (Naga [Naked], Ja, Ty [Me, You]), and Mila Elin (Książka [The Book], Głód [Hunger]) use to discuss the joys and challenges of trying to represent jouissance in the text. The starting point for my reflection is Alenka Zupančič’s diagnosis of a similar type of satisfaction coming from sex and talking about sex and her insights on the procedures of intellectualizing sexuality.
Krzysztof Rowiński
Ricordo di gioia in un mondo senza futuro. Coinvolgimento estetico e politico in Jasieński e Pasolini
Discussions of cultural disappearance are often couched in terms of nostalgia and tragedy. Bruno Jasieński in Bal manekinów and Pier Paolo Pasolini in Ragazzi di vita offer an alternative form of remembering disappearance through memories of joy, understood as a distinctly political practice. Acutely aware of the untenability of what they were celebrating (pockets of liberty from cultural uniformity, in local cultures and aesthetic experimentation, respectively), both writers maintained a sense of political commitment, offering a good broader model for thinking about a world without a future.
Francesca Fornari
Per un’anatomia della gioia nell’archivio
Emozione destabilizzante, imprevedibile ed effimera, non priva di aspetti etici, la gioia può manifestarsi anche durante l’attività intellettuale (Misrahi, Lénoir). „Piacere, gioia, felicità” sono termini ricorrenti nei testi di chi studia quegli affascinanti oggetti „recalcitranti” che sono i manoscritti: con esempi scelti da Agamben, Corti, Farge, Grésillon e Zweig, l’articolo riflette sulla particolare esperienza della gioia nell’archivio. Dall’attesa della consegna del „materiale vivo” del manoscritto, al gesto „lento e poco redditizio” della trascrizione dei „segni intimi” della scrittura, alla lettura, dove si mescolano „passione e ragione”, la gioia può sorprendere chi si immerge nelle tracce delle parole degli altri, nelle prospettive sempre aperte delle carte dell’archivio, „universo in miniatura”.
Paweł Marcinkiewicz
„Nella foresta, in una casa di legno": sulle virtù della gioia e della felicità nell’ultimo volume di Michael Krüger
Michael Krüger è uno dei più importanti poeti europei contemporanei. Nelle sue opere unisce diverse tradizioni letterarie del vecchio continente, dall’antica Grecia alla Polonia del XX secolo, così come ritroviamo la presenza di forti influenze americane. Mentre i primi lavori di Krüger erano una ricerca del proprio modo di esprimersi attraverso imitazioni più o meno fedeli di poeti polacchi e americani molto diversi tra loro, nelle sue poesie mature tratte dal volume Nella foresta, in una casa di legno (2021), il poeta trova una soluzione molto originale al dilemma apparentemente irrisolvibile con cui tutti i grandi artisti si sono confrontati dall’inizio del XX secolo: presentare il mondo in modo realistico o, al contrario, attraverso l’aporia e l’astrazione? Krüger combina abilmente la retorica dello “stile scenico” tipica della letteratura post-simbolica e la “poetica dell’indeterminazione” caratteristica del postmodernismo, creando un poema autonomo. Nella foresta, in una casa di legno è un’opera realistica, che tuttavia contiene elementi che non possono essere interpretati come reali. Questo specifico stile tardo di Krüger si combina con la sua ostentata preferenza per l’epicureismo, i riferimenti alla poesia di Esiodo e l’uso di una frase ampia che ricorda l’esametro.
Tamara Trojanowska
La campana a morto per la gioia?
Il saggio esplora la relazione sconcertante tra la gioia e i problemi della cultura postmoderna, che riguardano la qualità del nostro essere nel mondo. La riflessione sullo stato precario della gioia e sulla sua posizione incerta nella cultura contemporanea permette di avere una prospettiva unica su questo rapporto. Quanto più alta è la posta in gioco politica, economica e sociale, tanto più la ricerca della gioia diventa una ricerca di senso, un nutrimento essenziale per le forme culturali. Questa gioia, filtrata attraverso le nostre lotte con le sfide della vita, ci costringe a esaminare le conseguenze della sua assenza (dolore, sofferenza, esistenza senza gioia) e le sue manifestazioni nell’arte (musica), nella religione (cristianesimo) e nella filosofia (libertà). Il potere della gioia sta nel riconoscere l’inevitabile imperfezione di tutte le soluzioni ai nostri problemi che non la includono come componente fondamentale della vita.
Mariusz Jochemczyk, Miłosz Piotrowiak
No/gioia. Lettura felicitologica dei „Diari" di Franz Kafka
L’articolo è un tentativo di portare alla luce stati di gioia nell’opera di uno scrittore di cui nessuno penserebbe di poterne trovare. Gli autori, andando controcorrente, cercano di cogliere sul fatto il „triste praghese” mentre esprime felicità, rivelando stati di eccitazione o addirittura di gioia. Come risultato della ricerca condotta, gli autori dell’articolo giungono alla conclusione che i momenti di benessere della vita si rivelano nelle annotazioni del diario Kafka non come perduti, ma come sprecati. Ecco perché la „no/gioia” nel titolo ha un significato così amaro.
Adriana Senatore
L’immagine del Turco nelle cronache moldave in lingua slava
Le cronache moldave in lingua slava del XV-XVI secolo raccontano le vicende del Paese in un periodo di gravi difficoltà per la sopravvivenza degli Stati cristiani d’Europa, minacciati dalla politica espansionistica dell’Impero Ottomano. Gli autori seguono da vicino la progressiva espansione della Sublime Porta e la caduta di borghi, cittadelle e città (Gallipoli, Sofia, Veliko Tărnovo, Salonicco), oltre a Chilia, Cetatea Albă, cittadelle fortificate moldave. Naturalmente, i cronisti si rallegrano per le rare vittorie sul campo di battaglia dei sovrani europei e dei principi di Moldavia; si rattristano per le sconfitte subite dalle armi moldave e, più in generale, cristiane. Soprattutto, temono che il nuovo “paganesimo” proveniente dall’ormai soggiogata Costantinopoli possa soffocare la religione ancestrale, pur non trascurando la pericolosità di altre credenze, come quella luterana, professata anche da un principe. In ultima analisi, il cronista si considera uno scriba Dei che deve educare il lettore e rafforzarlo nella vera fede, l’ortodossia.
Stanley E. Gontarski
A proposito di frammenti. Un’opera d’arte e “me” – oppure no
Questo saggio esplora le implicazioni filosofiche insite nell’opera teatrale tarda più enigmatica e metonimica di Samuel Beckett, Not I, anche se egli abiurava spesso qualsiasi interesse per la filosofia, che affermava di non leggere né comprendere. Tuttavia, l’opera è profondamente ontologica e la sua immagine scenica metonimica coinvolge l’enigma filosofico classico del rapporto tra la parte, un pezzo o un frammento, ad esempio, e il tutto, una questione con la quale Beckett è stato almeno intrigato per la maggior parte della sua vita creativa.
Anna Gwadera-Dec
La gioia di leggere (il Conrad). Agnieszka Adamowicz-Pośpiech: „Adaptacje biografii i twórczości Josepha Conrada w kulturze współczesnej". Wydawnictwo Uniwersytetu Śląskiego, Katowice 2022, 364 s
Questa recensione è dedicata alla valutazione della monografia di Agnieszka Adamowicz-Pośpiech Adattamenti della biografia e delle opere di Joseph Conrad nella cultura contemporanea. Lo studio è diviso in tre parti che riguardano aree distinte dell’attività artistica del Conrad: graphic novel e fumetti, trasformazioni letterarie e produzioni teatrali e cinematografiche. Agnieszka Adamowicz-Pośpiech, attraverso un’analisi approfondita delle opere selezionate, avanza una tesi innovativa secondo cui non solo le opere di Conrad sono soggette ad „adattamenti”, ma anche elementi della sua biografia. La pubblicazione costituisce un prezioso contributo nel campo della ricerca sul Conrad (conradologia), integrando in modo significativo la conoscenza sull’opera dello scrittore.