Luca Clerici
Orio Vergani: non solo reporter
Nel luglio 2022 un importante raccolta di carte di Orio Vergani e dei figli Guido e Leonardo è stata donata dai suoi nipoti ad Apice (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale), istituzione dell’Università degli Studi di Milano. La donazione costituisce un’importante occasione di studio e approfondimento dell’attività del grande giornalista, attivo in moltissimi campi (reportage, fotogiornalismo e letteratura, ma anche critica letteraria e d’arte, editoria, pittura, cinema, radio, pubblicità, enogastronomia), come dimostra il ritratto a tutto tondo di Vergani qui proposto sulla base di materiali inediti, ampiamente citati.
Gloria Politi
Il reportage alla maniera di Tiziano Terzani: „Buonanotte, Signor Lenin" e le epifanie dei luoghi
Il saggio propone un’analisi di Buonanotte signor Lenin come espressione del genere del reportage nell’accezione particolarissima data da Tiziano Terzani. La metodologia applicata fa riferimento alle teorie della critica letteraria, all’ermeneutica del testo e alla narratologia. L’analisi evidenza inoltre come la rappresentazione del flusso degli avvenimenti sotto gli occhi del lettore riveli uno sguardo interiore che, secondo Pavel Florenskij, imprime quasi un carattere figurativo al pari delle impressioni derivanti dalla poesia. La parola di Terzani esprime così tutto il suo potenziale evocativo come transfer narrativo della resa dello spazio nelle arti visive.
Wojciech Soliński
Umberto Eco – professione reporter?
L’autore del testo analizza le traduzioni in polacco di due reportage di Umberto Eco, pubblicati in Polonia nel 2008. Queste opere sono state scritte e pubblicate per la prima volta in Italia nel 1968 dopo il soggiorno di Eco a Praga, durante l’intervento delle truppe del Patto di Varsavia, e a Varsavia, dopo gli avvenimenti di marzo del ‘68. La lettura di questi resoconti è accompagnata da riflessioni sull’arte del reportage, sulla teoria della comunicazione di massa, ecc., presenti non solo nelle opere teoriche di Eco, ma anche in romanzi come Il nome della rosa o Numero zero. Osservazioni sull’arte del reportage si trovano facilmente anche nei testi giornalistici, anche occasionali (ad esempio nell’Introduzione alle edizioni italiana e polacca de Il Milione di Marco Polo). In questo contesto, le relazioni lette oggi rivelano tutti i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di attività di scrittura, che non sono solo il risultato della distanza temporale e spaziale.
Sylwia Szarejko
Lampedusa come “Porta d’Europa”: L’immagine dell’isola plasmata nei reportage italiani attraverso il prisma del fenomeno dell’immigrazione africana
L’articolo mira a presentare ai lettori polacchi alcuni elementi ricorrenti dei reportage italiani che trattano il tema delle migrazioni africane nella penisola appenninica. Questo fenomeno è stato analizzato da molti scrittori e giornalisti che hanno descritto le problematiche emerse negli ultimi anni. Tuttavia, una enfasi particolare è stata posta sulle modalità di presentazione dell’isola di Lampedusa. L’isola, che fa parte dell’arcipelago delle Isole Pelagie, è diventata negli ultimi 30 anni non solo la proverbiale “Porta d’Europa”, ma anche luogo della memoria delle migrazioni clandestine. Analizzando i reportage relativi a Lampedusa, risulta che per i lettori polacchi la cosa più interessante possa essere appunto la prospettiva italiana di presentare quest’isola.
Katarzyna Frukacz
Quando un reporter è in fase di ricerca. L’ibridismo del libro „Cień w cień. Za cieniem Zuzanny Ginczanki" di Jarosław Mikołajewski
L’articolo tratta il documentario di Jarosław Mikołajewski, ispirato alla poetessa ebrea-polacca Zuzanna Ginczanka. L’analisi mira a identificare due dimensioni del processo di ricerca, che sono il tema principale della storia. Da una parte c’è la ricerca di fatti e congetture sulla Ginczanka, con particolare enfasi sui parallelismi tra la scrittrice e selezionati elementi della cultura italiana. Dall’altra si presenta il modo in cui Mikołajewski decostruisce la forma del reportage letterario e rende ibrido il libro, mescolando in esso generi diversi.
Ewa Sławek
Stili di reportage di guerra contemporaneo: Wojciech Tochman e Wojciech Jagielski
L’autrice dell’articolo sostiene che due eccezionali giornalisti polacchi che si occupano di guerra rappresentino due distinti stili (idiostyle) letterari. Wojciech Tochman può essere incluso nella cerchia degli scrittori “minimalisti-retorici”, mentre lo stile di Wojciech Jagielski può essere descritto come “metaforico”. Nell’articolo, per dimostrare questa tesi nell’interpretazione delle opere di Tochman, tra cui: Jakbyś kamień jadła; Dzisiaj narysujemy śmierć; Pianie kogutów, płacz psów, vengono utilizzati strumenti di analisi linguistica. Con lo stesso metodo sono stati analizzati selezionati lavori di Jagielski: Wieże z kamienia i Modlitwa o deszcz. Il minimalismo di Tochman deriva dall’utilizzo creativo della sintassi, dall’uso delle costruzioni sintattiche più elementari e delle espressioni non predicative e dalla semplice esposizione dei fatti. D’altra parte, Jagielski si concentra più sulla semantica, quindi nel suo stile sono presenti un ampio numero di metafore, confronti ed epiteti.
Igor Borkowski
Le peculiarità del reportage giornalistico dopo il 24 febbraio 2022 attraverso i testi del “Tygodnik Powszechny”
Il testo è un’analisi delle tecniche e degli strumenti utilizzati per la cronaca riguardante il conflitto bellico dopo l’aggressione della Russia contro l’Ucraina (il 24 febbraio 2022), sull’esempio dei reportage giornalistici pubblicati sul “Tygodnik Powszechny”. Tra le linee tematiche della ricerca ritroviamo la prospettiva geopolitica di alcune aree dell’Ucraina, nonché l’accurata selezione di esempi biografici, facilmente decifrabili e identificabili da parte dal lettore del settimanale socio-politico.
Izabella Adamczewska-Baranowska
Utopia nel/del reportage. “La relazione del sogno” nel contesto della teoria del triangolo autobiografico del reportage
L’articolo è un tentativo di applicare la teoria del triangolo autobiografico di Małgorzata Czermińska durante l’analisi di reportage in cui l’immagine del mondo, è il risultato della fedeltà ai fatti, influenzata dell’esperienza dell’autore e della rappresentazione letteraria. A seconda dell’elemento dominante si possono distinguere resoconti che si presentano principalmente come una testimonianza, altri come una confessione o ancora come una sfida. L’autrice presenta tale concetto sulla base di selezionati reportage contemporanei sull’utopia (Eksperyment Utopia di Dylan Evans, Światy wzniesiemy nowe di Urszula Jabłońska, Auroville. Miasto z marzeń di Katarzyna Boni e Niedźwiedzia przysługa di Matthew Hongoltz-Hetling). Tale tema sottolinea l’importanza del punto di vista adottato e allo stesso tempo fornisce riflessioni sui reportage.
Katarzyna Ostrowska
Riflessioni linguistiche e stilistiche sulla tipologia del reportage polacco contemporaneo (basato su testi selezionati)
Lo scopo dell’articolo è presentare la tipologia del reportage polacco contemporaneo “in forma di libro” basata sul criterio linguistico e stilistico, attraverso l’analisi di tre testi vincitori del premio Beata Pawlak, tra cui Zabójca z miasta moreli. Reportaże z Turcji di Witold Szabłowski, Krasnojarsk zero di Bartosz Jastrzębski e Jędrzej Morawiecki, Ziarno i krew. Podróż śladami bliskowschodnich chrześcijan di Dariusz Rosiak. L’autrice fa riferimento alle classificazioni esistenti del reportage presentate da Jacek Maziarski, Jadwiga Litwin e Kazimierz Wolny-Zmorzyński, e successivamente tenta di presentare una propria classificazione, distinguendo il reportage in base alla presenza di specifiche caratteristiche degli stili funzionali. Di conseguenza presenta reportage artistici, giornalistici e scientifici.
Teodoro Katinis
Definire la retorica: il „Dell’arte oratoria" di Sperone Speroni
This contribution focuses on Sperone Speroni’s text Dell’arte oratoria (On the Oratory Art), one of his short treatises dedicated to rhetoric. The main aim is to define the different aspects of the text’s style and content that make it a relevant source for exploring Speroni’s rhetorical thought. Combining classical sources with his original perspective, Speroni attempts to support rhetorical art by using rhetorical means. This text was not meant to be read by the public and it reveals an erratic argumentation looking for efficacious definitions of oratory to defend it from its detractors.
Aleksandra Paliczuk
Tra il pensare e il fare c’è di mezzo il parlare. Alcune riflessioni sulla natura dell’atto linguistico
Questo lavoro esplora una delle nozioni principali della linguistica pragmatica, ovvero la teoria degli atti linguistici. Prende in esame il rapporto tra pensiero, parola e azione. L’articolo mira a mostrare la struttura della lingua e delle sue componenti attraverso le idee di diverse scuole di lingua. È un tentativo di rispondere alla domanda posta in una delle opere di John L. Austin: “Come fare cose con le parole?" (1962). Cerca di spiegare come le persone comprendono significati di determinate parole, frasi o espressioni, anche se il loro significato letterale è diverso da quello inteso. L’articolo descrive la nozione di atto linguistico, anche in relazione alle opportunità contemporanee di comunicare nel mondo virtuale, e spiega perché è legato ai tre concetti citati (pensiero, parola e azione). Di conseguenza, apprendiamo che esistono molte relazioni complesse riguardanti varie abilità umane e altre forme di attività.
Simone Guagnelli
La concretezza come procedimento. Contributo per una storia di Memorial
The present article offers a brief history of the Russian non-governmental organisation Memorial, a recent winner of the Nobel Peace Prize, from its origins in the 1980s to the present day. It also proposes an attempt to create a bibliography which could be used for a larger monographic volume, a more detailed work capable of going into more detail about the founding instances of the most important cultural movement of resistance in Russian and post-Soviet society. The nearly simultaneous invasion of Ukraine and the banning of Memorial make the publication of such a work urgent. It would not only outline the organisation’s development but also become a manifesto of concrete common action for a new Europe arising at the end of the conflict, which could thrive on the shared themes of historical memory and the defense of civil rights
Paweł Rogalski
La neve cadrà prima che la Siberia si disgeli. Prima o dopo l’impero?: Jędrzej Morawiecki: „Szuga. Krajobraz po imperium". Czytelnik, Warszawa 2022, 280 s.
Attraverso un testo critico su “Szuga. Paesaggio dopo l’impero” di J. Morawiecki, l’autore cerca di rispondere a diverse domande. Esiste ancora nel 21° secolo la Russia nel discorso imperiale? Rappresenta la caduta del mito che è ormai in rovina? O l’impero è un episodio storico necessario per bilanciare le forze in una crisi globale? L’ideologia come legante, invece di costruire positivamente la soggettività della comunità, contribuisce a costruire un nuovo, pericoloso fantasma dell’impero? Raggiungiamo luoghi abbandonati e sfocati, dove l’essere umano incontrato genera non solo eventi e avventure, ma è anche una testimonianza di tracce ideologiche lasciate sul corpo e sulla psiche.