Dopo aver riempito i nostri animi con racconti legati a figure religiose, aver provato a risolvere enigmi e ad esserci saziati con un pasto semplice e genuino ci spostiamo verso la prossima «fermata», una piccola città ricca di meraviglie: Barletta, una località famosa per il suo vino e per i suoi monumenti. È una cittadina che stuzzica tanto la curiosità della scrittrice poiché in essa si concentrano tante storie e testimonianze (Alberti 1951: 38–41).
Il tragitto per raggiungere la prossima sosta non è molto lungo, considerando che la nostra prossima «stazione» è proprio Trani. Ci dona una descrizione di questa località da tutte le angolazioni. La cosa che possiamo notare sin da subito e che più ci intriga è il paragone di quest’ultima ad una donna:
Molte donne colpiscono subito, ci incantano e ci legano a loro al primo colpo d’occhi; ci seducono immediatamente. Altre hanno bisogno di una più profonda conoscenza per mostrarci le loro attrattive e piacerci. Lo stesso avviene per le città. Trani è una cittadina tanto pittoresca, linda, quasi civettuola nel suo fascino, che ci attira e guadagna le nostre simpatie subito, dal primo giorno di conoscenza (Alberti 1951: 42).
Una città che l’ha colpita sin da subito, dal primo momento, tanto da farle scrivere un’interessante descrizione di essa, con un tocco di poesia. Non c’è ammirazione solo nei confronti di Trani, ma un vero e proprio elogio alla Penisola Appenninica, che è vista dall’autrice non solo come una miniera infinita per archeologi, ma anche per gli psicologi, poiché grazie alla storia, mitologia, filosofia e alla bellezza naturale molti artisti, santi, filosofi, politici ecc. l’hanno scelta come luogo di riparo. Ne descrive paesaggi, monumenti, storia e non solo, in quanto parla anche di un filosofo e politico, Giovanni Bovio, cittadino di Trani, che ha tanto combattuto per la giustizia, che non sempre è stata onesta (Alberti 1951: 42–45).
La prossima tappa ci porta ad esplorare un’altra cittadina, Bisceglie, ma al tempo stesso ci fa fare un viaggio indietro nel tempo, portandoci fino ai tempi della preistoria. Ricco di domande sulla filosofia umana, questa volta l’invito che l’autrice ci pone è quello di avvicinarci a guardare questa prima pagina scritta dall’uomo primordiale, il dolmen:
Turista blasè! Non voglio suggerirti che forse ti trovi in un luogo sacro. In ogni caso questo è certo non è un banale angolo della terra né un posto tanto facile da incontrare. Guarda questo primo documento di pietra nel quale l’emotivo troglodita, mio, tuo, nostro antenato, ha annotato tutte le sue nostalgie spirituali e morali. Guarda questa prima pagina del pietroso libro sulla quale egli ha scritto la prima «A» della civiltà (Alberti 1951: 47).
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