La scrittrice crede nel progresso della regione cosiddetta «pietrosa»:
Tra venti anni quando il turista percorrerà questa terra e leggerà in qualche vecchio libro «Puglia pietrosa» certamente sbarrerà gli occhi per la meraviglia vedendosi attorno uno dei più ricchi giardini d’Europa. […] La Puglia ha cessato di essere «pietrosa», «siticulosa», ma non ha cessato di essere «Filia Solis» (Alberti 1951: 14–15).
Ci presenta una descrizione che coinvolge tutti i sensi: la vista, che ci permette di ammirare i colori; l’olfatto che ci consente di apprezzare i profumi della natura e l’udito che ci appaga i sensi grazie alle canzoni pugliesi un po’ arcaiche ed orientali (Alberti 1951: 13–15). In questo viaggio quindi ci lasciamo trasportare dalle sensazioni, dagli odori, dalle splendide viste, dai sapori semplici, seppur ricchi e dai suoni che ci coinvolgono in una tarantella di colori.
Il libro vero e proprio si apre con la sezione La balconata pugliese, formata da 26 capitoli, in cui viaggiamo verso la costa; la seconda invece traccia il sentiero verso le zone interne, L’interno del calderone, con 30 capitoli. Nella prima parte, come accennato precedentemente, il viaggio in compagnia di Kazimiera Alberti e il suo compagno inizia dal Nord verso il Sud, quindi si parte dal Gargano, per poi arrivare a Barletta, Trani, Bisceglie, Bari e come ultima tappa Taranto. Alla fine di questa sezione, nel capitolo conclusivo Ultima scorribanda lungo la balconata, ripercorre il suo viaggio da Nord verso Sud, includendo altre città escluse in precedenza, come Molfetta, Mola, Monopoli, Ostuni e Santa Maria di Leuca, la punta dello stivale. È come se ci volesse dimostrare che ogni volta ci sia la possibilità di poter scoprire altri luoghi e segreti. Ne L’interno del calderone, il viaggio parte dal cuore della regione, Bari, fino ad arrivare al Nord di essa.
Sfogliando le pagine di questo libro possiamo percepire la straordinaria inventiva dell’autrice che, come scrive Francesco Giuliani nel suo saggio, è in grado di rendere diversa ogni pagina, senza perseguire uno schema prestabilito ed è anche d’apprezzare la fantasia che ha nello scegliere i nomi dei capitoli. Originale è poi il modo in cui sono visti il passato e il presente, che permettono di trarre del senso dagli eventi. Molto attenta all’arte e alla cultura, si dimostra una viaggiatrice meticolosa e curiosa di scoprire quello che questa terra è in grado di offrire; una donna che, nonostante il trauma della guerra, nutre speranza e apprezza la bellezza delle cose, descritte con un linguaggio semplice e diretto (Giuliani 2009: 138–140).
Con una descrizione della struttura dell’Italia in Riposo sulla balconata, Kazimiera Alberti descrive la Puglia come una balconata dove ci si può rilassare non solo con la mente, ma anche col corpo esponendo dunque le motivazioni e le aspettative che ha nei confronti di questo viaggio:
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