Tra le pagine di Viaggi novecenteschi in terra di Puglia notiamo una grande ammirazione nei confronti dell’autrice polacca Kazimiera Alberti, definita dallo stesso Giuliani come una scrittrice «colta, sensibile e dalla fertile fantasia» (Giuliani 2009: 121). «L’Italia che scorre sotto i suoi occhi di donna straniera che ha conosciuto il volto più terribile della guerra è varia ed incantevole, ricca di testimonianze illustri del passato come del presente» (Giuliani 2009: 128). Le parole del Giuliani ci dimostrano come questa donna sia in grado di accompagnarci in questa avventura tra le pagine del suo reportage di viaggio e inoltre ne risaltano la capacità di quest’ultima nel trasmettere al lettore, grazie alla sua penna, la sua ammirazione per queste terre tutte da scoprire.
Iniziamo questa esplorazione con Kazimiera Alberti osservando la struttura del libro Segreti di Puglia: partendo da una Prefazione e i primi due capitoli introduttivi il Calderone pugliese e Ave Filia Solis, il testo si suddivide in due parti, nelle quali è possibile distinguere due tipi di itinerari: uno riguardante la zona costiera, da Nord verso Sud, fino a Taranto, che s’intitola La balconata Pugliese; il secondo percorso che ci porta nell’entroterra, la cui prima tappa è Bari, continua prima verso Nord e successivamente scende a Sud, verso il Salento, dal titolo L’interno del calderone pugliese. Proviamo dunque a scoprire come è nata l’idea di questo libro, direttamente attraverso le parole della scrittrice: «La Puglia è stata per me tale una sorpresa che questa da sola ha imposto al libro il nome di Segreti di Puglia» (Alberti 1951: 6).
Sin dalle prime pagine, si instaura un rapporto con il lettore, che è costantemente invitato a visitare e a scoprire i segreti di questa terra. Passo dopo passo l’autrice ci spiega il contenuto del suo libro:
La penna è stata la chiave con la quale ho aperto la porta dei più svariati segreti. Non ho alcuna ambizione di aver spalancato questa porta, e che tutto possa essere visto attraverso di essa. Questo è lavoro e scopo di un uomo di scienze, non di uno scrittore (Alberti 1951: 5).
Seguendo le stesse parole dell’Alberti, vi invito ad intraprendere questa avventura tra le righe della sua piacevole e interessante opera. Nei capitoli introduttivi sottolinea come questa regione non debba avere nulla da invidiare alle altre regioni come la Campania, la Toscana, l’Umbria oppure la Sicilia (Alberti 1951: 7). Infatti, uno dei temi centrali dell’opera è proprio la rivendicazione della bellezza di questa terra, che è riservata solo a turisti dotati di grande intelligenza. Si tratta di una regione in parte non ancora nota alle masse. Proprio nella Prefazione l’autrice evidenzia come nel territorio pugliese ci sia una prevalenza di monumenti da scoprire ed apprezzare (Alberti 1951: 5).
s. 151