Questo personaggio un po’ stravagante mostra Gravina attraverso i monumenti, i quadri, i santi:
In un angolo – guardate bene! – l’affresco dell’elemosina di S. Martino. Sul cavallo bianco il salto taglia con la spada il suo largo mantello, di cui il povero sostiene la falda. La figura di S. Martino, vigorosamente rilevata, rappresenta un secolo più progredito nell’arte pittorica, bel prodotto della pittura del XV° secolo (Alberti 1951: 189).
Il venditore ambulante dialoga con il lettore e gli dà la possibilità di scegliere quello che preferisce. Propone tutti gli stili e i monumenti da scegliere in base ai propri gusti personali. È un ambulante colto e completo, che fa riferimento a Federico II, il quale ha definito Gravina «giardino delle delizie» (Alberti 1951: 190) per la bellezza dei suoi paesaggi tutti da ammirare. Ci coinvolge e ci racconta curiosità della città con tono giocoso e divertente:
Peccato che la malaria nel 1623 costrinse gli abitanti a prosciugare il lago artificiale che si estendeva nei pressi della città. Se no, potrei mostrarvi un altro articolo: le cicogne. Fino a quell’epoca, Gravina, unica città d’Italia, fu sede prediletta delle cicogne, che protette da nobili e popolo, nidificavano su ogni tetto. Ora purtroppo l’articolo è esaurito… (Alberti 1951: 190).
È interessante notare come il commerciante si soffermi sugli eventi storici, sulla presentazione dei monumenti e degli elementi architettonici e naturali, senza tralasciare il folklore dell’epoca, con la descrizione di matrimoni e dei costumi tradizionali:
Se siete amanti del calore locale, forse solo qui, in tutta la provincia di Bari, disponiamo di folklore. Venite ad assistere ad un matrimonio o ad una festa locale. Vedrete uomini e donne sfoggiare i loro severi costumi tradizionali che qui ancora si conservano non come cimeli da museo, ma come parte attiva della vita (Alberti 1951: 191).
Sereni e spensierati dopo questo lieto incontro a Gravina, siamo pronti a spostarci verso la nostra prossima fermata: Conversano. Arrivati in questo paesino è come se ci fosse lo scontro di due forze contrastanti: il fenomeno husserliano ed il realismo.
Kazimiera Alberti ci fornisce una spiegazione di questa fenomenologia husserliana riguardante l’esistenza umana, che l’ha da sempre incuriosita, di come alcune persone con delle stesse caratteristiche possano nascere e crescere in un determinato luogo. È come se la tradizione, la natura e il luogo influenzassero la personalità di un uomo.
s. 172-173