Nell’ambito letterario dei reportage di viaggio il nome di Kazimiera Alberti è quasi del tutto sconosciuto al pubblico polacco così come a quello italiano. Il poco successo delle opere dell’autrice non lo si può attribuire al contenuto degli scritti, ma piuttosto a una poca distribuzione di questi ultimi in entrambi i panorami editoriali. Accostandomi alla letteratura dell’Alberti e alla sua raccolta di travelogue, sono stata particolarmente attratta da un volume, quello dedicato alla mia regione di origine: la Puglia.
L’obiettivo del mio lavoro è proprio quello di presentare al lettore italiano un’opera ancora non sviscerata e analizzata nemmeno dai più esperti studiosi di letteratura di viaggio. Trattandosi di uno scritto poco conosciuto credo che la cosa migliore da fare sia, in prima battuta, quella di esplorare il suo contenuto con la speranza che ciò possa essere un valido punto di partenza per una successiva analisi.
I viaggi della scrittrice e del marito barese attraverso l’Italia, sotto forma di Gran Tour dell’Ottocento, sono stati raccolti dall’autrice stessa in una collana intitolata Italia celebre e sconosciuta. Il secondo volume della raccolta, Segreti di Puglia (Alberti 1951), tradotto dal marito dell’Alberti Alfo Cocola e a quest’ultimo dedicato, è stato pubblicato a Napoli dalla casa editrice Conte Stampanel 1951 sotto gli auspici dell’Ente Provinciale per il Turismo di Bari (conta 275 pagine e 60 illustrazioni fuori testo).
Prima di intraprendere il nostro viaggio con l’artista è doveroso spendere qualche parola per spiegare come è composto il resto della collana di reportage di viaggio ambientati nel Bel Paese. Il primo volume, intitolato L’anima della Calabria (1950), è dedicato proprio a questa regione. Fu stampato nel 1950 a Napoli dalla stessa casa editrice del secondo volume e successivamente ristampato nel 2007 dalla casa editrice Rubbettino con la brillante introduzione a cura della professoressa Marta Petrusewicz. La docente definisce l’opera come «una guida-reportage della Calabria – deliziosa, vivace, erudita, ironica e tenera, la migliore che si conosca dopo il classico Old Calabria di Norman Douglas» (Alberti 2007: 5). Vi è anche un reportage dedicato alla Campania, Campania, gran teatro (1953) e uno dedicato alla Liguria, Magia Ligure (1952).
La ristampa del primo volume della serie, L’anima della Calabria, ha spianato la strada alla conoscenza delle opere dell’Alberti da parte del lettore italiano.
All’inizio di questo articolo vorrei sottolineare l’importanza che ha Francesco Giuliani, voce potente ed espressiva e fino a questo momento unica sul territorio italiano, che colloca la scrittrice polacca nella cerchia dei più rilevanti reporter della regione Puglia. Degno di nota è il suo libro Viaggi novecenteschi in terra di Puglia (Giuliani 2009), nel quale unisce tre saggi su tre diversi autori che hanno descritto questa regione nelle loro opere: Nicola Serena di Lapigio e la sua passione per il Gargano, Kazimiera Alberti, un’esule polacca trasferitasi in Italia dopo la secondo guerra mondiale e Cersare Brandi, grande scrittore della letteratura di viaggio del Novecento.
s. 150-151