Il clima di tolleranza di cui questa minoranza islamica aveva goduto sin dai primi insediamenti fu turbato nella seconda metà del XVII secolo, quando furono promulgate leggi che limitavano le libertà religiose e i privilegi. A pagare le spese di queste leggi furono anche le donne tatare, accusate di pratiche occulte. Inoltre alla popolazione maschile fu proibito di contrarre matrimonio con donne cristiane. Negli stessi anni il Granducato, a causa delle numerose guerre, stava attraversando una crisi economica che portò a non retribuire i soldati per tre anni. Il clima di intolleranza e il malcontento economico ebbero come conseguenza la migrazione di circa 20 000 Tatari nei territori dell’Impero Ottomano. Alcuni tra i Tatari rimasti nel Granducato insorsero nella “Bunt Lipków” ovvero la «rivolta dei Tatari».
Nel 1672 l’esercito turco espugnò la fortezza di Kamieniec Podolski in Ucraina. Ebbe cosi inizio la guerra polacco-ottomana. Il conflitto si concluse nel 1676 con la stipulazione del trattato di Zurawno, con il quale la Sublime Porta assicurava alla Polonia un terzo dei territori dell’Ucraina (Rąkowski 2005: 201). Ai Tatari che ritornavano nei territori del Granducato fu concessa l’amnistia e la libertà di culto (Ágoston, Masters 2009: 465). I Tatari, fedeli al Granducato, hanno sempre combattuto in prima linea per difendere la patria, affrontando anche eserciti musulmani. Alla fine del XVIII secolo la Confederazione polacco-lituana ebbe fine e i territori furono spartiti tra Austria, Prussia e Russia. I territori abitati dai Tatari finirono sotto il controllo di Mosca. Tra il XIX e il XX secolo i Tatari svilupparono un vivo interesse verso gli altri paesi musulmani e verso le proprie origini e traduzioni. Nacquero così periodici dedicati alla cultura e storia dei Tatari polacco-lituani e dell’Europa orientale. Attualmente i Tatari sono concentrati prevalentemente nelle città di Danzica, Białystok e nella provincia di Varsavia. Secondo l’ultimo censimento in Polonia il numero dei Tatari ammonterebbe a circa 4 000.
La letteratura dei Tatari polacco-lituani
La letteratura dei Tatari polacco-lituani è unica nel suo genere sia per i temi trattati sia per le peculiarità linguistiche che la rendono una sorta di ponte tra Oriente e Occidente. I Tatari dell’Orda parlavano una lingua appartenente al ceppo turco e che continuarono a parlare quando si stabilirono nel Granducato di Lituania. Con il passare del tempo, però, in parte per i matrimoni con donne del posto, in parte perché tra le varie comunità non vi era omogeneità linguistica, i Tatari cominciarono pian piano a parlare le lingue delle culture ospitanti (Zayonckovski 1939: 339). Questo processo di assimilazione portò alla fioritura di una letteratura in cui tradizione orientale e occidentale si fondevano.
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