Temujin assunse l’appellativo di «Gengis Khan», ovvero «Signore degli Oceani» e divenne il capo supremo dei Mongoli. Unificata la Mongolia, il Gran Khan con uno straordinario esercito di abili arcieri a cavallo partì alla conquista della Cina settentrionale. Dopo la presa di Pechino Gengis Khan si diresse verso Occidente, conquistando in breve periodo il regno musulmano del Khawarism, che comprendeva Persia, Afghanistan e Transoxiana. Da qui l’esercito mongolo si spinse fino alla Russia sud-orientale e poi nuovamente in Cina, ma l’avanzata mongola dovette arrestarsi nel 1227 in seguito alla morte di Gengis Khan. Il Signore degli Oceani aveva creato il più vasto impero della storia (Behnke 2008: 40–57).
Dopo la morte di Gengis Khan l’esercito di «diavoli a cavallo» si rimise in marcia, diventando sinonimo di barbarie e terrore in Occidente. In Europa i Mongoli erano confusi con i Tatari – l’esercito mongolo era composto anche da Tatari – e, per la loro ferocia in guerra i «cavalieri del male» furono, per un gioco di parole, chiamati «Tartari», ovvero «creature dell’Inferno». Furono proprio le loro eccezionali doti militari a portarli in quello che ai tempi si chiamava Granducato di Lituania. Prima di arrivare a questo punto, però, bisogna ritornare al 1227, anno della morte di Gengis Khan. Dopo la scomparsa del Signore degli Oceani i territori dell’Impero mongolo furono spartiti tra i quattro figli. Essendo morto Djuci, figlio maggiore di Gengis Khan, la Siberia occidentale passò sotto il controllo del nipote Batu che, approfittando delle rivalità tra i principi russi, riuscì a far capitolare la Rus di Kiev (Marshall 1993: 147–149). Batu proseguì invadendo Polonia, Romania, Boemia ed Ungheria per poi marciare verso Vienna. Non appena Batu ricevette la notizia della morte del Khan Ogedei dovette fare marcia indietro. Al ritorno dalla Mongolia Batu decise di unificare Orda blu (i territori compresi tra il fiume Ural e i monti Carpazi) e Orda bianca (i territori che comprendevano Asia centrale e Siberia meridionale) dando origine al khanato dell’Orda d’oro Batu scelse come capitale la città di Saraj, vicino all’odierna città di Volograd, importante rotta commerciale e centro artigianale (Halperin 1987: 25–28). I Tatari avevano avuto un ruolo fondamentale nella conquista della Rus di Kiev e ben presto la componente turco-tatara prevalse su quella mongola. Non a caso il periodo dell’Orda d’oro è noto come giogo tataro. Di particolare importanza politica e religiosa fu l’islamizzazione del khanato. Il primo khan a convertirsi all’islam fu Berke, fratello di Batu. Berke abbracciò la fede islamica durante un viaggio a Bukhara, in Uzbekistan. Fu con Uzbek Khan (1282–1341) che l’islam diventò la religione ufficiale e in quegli anni l’Orda raggiunse il suo apice. La conversione all’islam non fu favorita solo dai floridi rapporti commerciali e dalle relazioni diplomatiche con i Paesi musulmani, ma anche dalla massiccia presenza di musulmani nei territori del khanato (DeWeese 1994: 70–83).
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