Lettere dai campi di concentramento e dalle prigioni, un esempio di raffigurazione della realtà concentrazionaria

L’articolo presenta il volume di Lucyna Sadzikowska intitolato Listy z łagrów i więzień 1939−1945. Wybrane zagadnienia (Lettere dai campi e dalle prigioni 1939-1945. Alcuni aspetti. Katowice 2019). Secondo l’autore dell’articolo, le lettere dei prigionieri dei campi di concentramento e di lavoro costituiscono un’interessante descrizione della realtà concentrazionaria che avvicina il lettore alla letteratura dei documenti personali. L’obiettivo del libro della Sadzikowska è quello di descrivere e codificare le lettere dai campi e dalle prigioni nel loro aspetto teorico e pratico. L’autrice prende in esame la corrispondenza ufficiale e privata dei campi e delle prigioni (per esempio i messaggi segreti e le lettere clandestine), e presenta uno specifico supplemento a questa epistolografia, ovvero le lettere di Gustaw Morcinek. Il volume della Sadzikowska illustra non solo il suo grande impegno nell’analizzare l’aspetto epistolografico dei documenti redatto nel periodo tra il 1939 e il 1945, ma anche la loro forza ispiratrice.

Roberto Saviano e le conseguenze di insozzare il proprio nido

Roberto Saviano, scrittore e giornalista investigativo italiano, autore del best-seller Gomorra, da tredici anni vive sotto scorta. Questo è il prezzo che paga per aver rivelato la verità sulle attività della camorra. Saviano è un Nestbeschmutzer, uno scrittore che insozza palesamente il nucleo a cui appartiene, suscitando così emozioni e valutazioni estreme. Lo scopo di questo articolo è quello di esaminare ciò che lo spinge alla costante ricerca della verità. Quali strategie usa per raggiungere il proprio obiettivo? Alla sua lotta senza compromessi come rispondono i politici, gli intellettuali, il “comune” cittadino e l’opinione pubblica internazionale?

Bona Sforza d’Aragona e il ruolo della moda nel creare la sua immagine

L’obiettivo principale dell’articolo è esaminare come il gusto e la sensibilità per la moda di Bona Sforza siano stati influenzati da sua madre, Isabella d’Aragona e dall’ambiente italiano, prima del suo arrivo in Polonia. Nella prima parte l’autrice cerca di ottenere una risposta alla domanda su come la moda rinascimentale aveva influenzato l’aspetto e il modo di vestire di Bona. Per dimostrare le sue tesi, l’autrice propone una propria versione della traduzione dei testi, che gettano nuova luce sull’argomento. In particolar modo degna di nota è la descrizione del matrimonio di Giuliano Passero, Giuliano Passero cittadino napoletano o sia prima pubblicazione in istampa, delle Storie in forma di Giornali (Napoli, 1785). La nuova traduzione presenta delle differenze rispetto alla versione di Władysław Pociecha, pubblicata negli anni Cinquanta. Nella seconda parte dell’articolo è stato analizzato l’abito cerimoniale e i gioielli indossati dalla giovane Bona nel suo unico ritratto, realizzato probabilmente in Italia all’incirca nel 1518. La xilografia, inclusa in De Sigismundi regis temporibus liber III di Jost Ludwik Decjusz nel 1521, non rendeva riconoscibile precisamente le caratteristiche del viso e i dettagli dell’abbigliamento della giovane regina.