Le peculiarità altoatesine nella narrativa italiana: il caso di Eva dorme di Francesca Melandri

L’Alto Adige è una delle province meno conosciute d’Italia. Un piccolo microcosmo situato all’estremo lato settentrionale dello Stato che non è molto presente nella riflessione letteraria o culturale riguardante l’Appennino. Una delle prove più note che cerca di colmare questo vuoto nell’ambito editoriale e letterario italiano degli ultimi anni è il romanzo Eva dorme di Francesca Melandri. Il libro pubblicato da Mondadori nel 2011 ha avuto un grande successo in Italia. Peraltro è il primo romanzo sulla tematica altoatesina indirizzato ad un pubblico così vasto, in grado di oltrepassare il cerchio letterario locale.

La Puglia, una terra da scoprire Un viaggio con Kazimiera Alberti

Nell’ambito letterario dei reportage di viaggio il nome di Kazimiera Alberti
è quasi del tutto sconosciuto al pubblico polacco così come a quello italiano. Il
poco successo delle opere dell’autrice non lo si può attribuire al contenuto degli
scritti, ma piuttosto a una poca distribuzione di questi ultimi in entrambi i panorami
editoriali. Accostandomi alla letteratura dell’Alberti e alla sua raccolta di travelogue,
sono stata particolarmente attratta da un volume, quello dedicato alla mia regione
di origine: la Puglia.

Tra La bocca dell’Italia e le sponde del Nervi Il caso di Kazimiera Alberti

Nell’articolo si fondono diverse prospettive interpretative. La prima si concentra sul volume di poesie Usta Italji, pubblicato negli anni ‘30, nel quale Kazimiera Alberti, inconsapevolmente, preannuncia il suo futuro. Le “escursioni poetiche” tra le varie città italiane, rafforzate da elementi di stampo autobiografici, mostrano una soggettività letteraria tutta femminile. Il discorso biografico rappresenta una cornice per le esperienze affettive quali malinconia, tristezza e passione.

“Signori nella miseria” o il racconto di Kazimiera Alberti riguardo gli emarginati

L’articolo si concentra sulla descrizione, presente in quasi tutte le opere di Kazimiera Alberti tra le due guerre, dell’analisi letteraria dei problemi sociali. Ciò che è evidente in questo lavoro è la “gerarchia” delle persone che soffrono per le disuguaglianze sociali, economiche, etniche o legate al sesso. Questa “gerarchia” può essere paragonata ai gironi dell’inferno, sebbene in questo caso il livello della sofferenza non dipende dai peccati commessi ma dal grado di rifiuto della società. L’ Alberti colloca gli ibridi culturali ed etnici nel più profondo cerchio dell’inferno – sono visti come stranieri (e spesso non come esseri umani) da entrambe (o più) culture / comunità da cui provengono.

Sulla base della mancanza. Una rilettura de Il ghetto condannato

L’articolo è un tentativo di reinterpretazione del romanzo di Kazimiera Alberti, Il ghetto condannato, attraverso nuovi strumenti teorici e metodologie, tra cui la Decostruzione di Derrida e la prospettiva femminista. La protagonista principale del racconto, Rosa Grünszpann, non solo si tormenta con il senso di colpa e con i propri pregiudizi nei confronti del gruppo etnico, dal quale ella stessa proviene e allo stesso tempo combatte con le questioni di genere. Questi tre elementi sono indissolubilmente collegati fra loro. Così, Rosa, aiutando le persone della sua casa famiglia, del ghetto, cerca di far fronte alle proprie paure, al disgusto ed ai problemi di identità.